VOCE, PIEDE E POSTURA...
"Ma perchè quando canto sento la necessità di mettermi in punta di piedi?"
Questo articolo nasce per cercare di dare una risposta ad una mia paziente, che si presenta in studio per un dolore al dorso del piede, fra il primo e il secondo dito(metatarsalgia). Presenta anche artrosi e dolori articolari a ginocchia, zona lombare, zona cervicale e spalle. C'è qualcosa che mette in relazione tutti questi disturbi? Cerchiamo di capirlo insieme, partendo dalle catene muscolari!
Le catene muscolari
Per catena muscolare si intende una consecuzione logica di muscoli capaci di effettuare movimenti complessi tramite l’utilizzo di infiniti schemi motori. Ne esistono diverse classificazioni. Principalmente prenderemo in considerazione la seguente:
- Catena della statica o laterale;
- Catene rette (anteriore e posteriore);
- Catene crociate.
Catena retta anteriore (CRA)
Comprende tutto il tratto che va da D1 al sacro, essa è costituita da parti ossee e muscolari. Quando si parla di iper-programmazione della catena si indica una iper-attivazione della suddetta. Questa iper-attivazione può determinare problemi a livello lombare in particolar modo a livello di L5, facendo verificare a volte una protusione del disco. Questo perchè tendenzialmente il sacro nella iper-attivazione della CRA tende ad estendere portando in flessione le vertebre lombari aumentando lo spazio posteriore tra le vertebre favorendo così la protusione del disco. Di conseguenza avremo una ripercussione anche a livello delle anche, e in particolar modo sui muscoli extrarotatori.
Muscoli che fanno parte della CRA:
- A livello del collo: Lungo del collo, Piccolo retto anteriore, Retto anteriore, Piccolo retto laterale;
- I restanti: Temporale fascio medio, Massetere, Sternocleidomastoideo, Scaleni, Succlavio, Sovra-Ioidei (genio ioideo, digastrico), Tiro-Ioideo, Sterno-Tiroideo, Triangolare dello sterno, Piccolo e Grande Pettorale, Intercostali, Ileopsoas.
La catena di flessione a livello dell’arto inferiore determina:
- Posteriorità osso iliaco;
- Flessione dell’anca;
- Flessione del ginocchio;
- Flessione della caviglia;
- Flessione della volta plantare;
- Flessione delle dita (dita a martello).
Come potete vedere esistono moltissime correlazioni anatomiche e fisiologiche tra l'articolazione temporo mandibolare e quello che succede sotto i nostri piedi.
Piede e correlazioni posturali
All’ interno di una disfunzione posturale, il piede si può presentare in quattro situazioni differenti:
- Piede causativo: il piede è il responsabile principale dello squilibrio posturale;
- Piede adattativo: il piede cerca di compensare uno squilibrio già esistente, generalmente ad origine stomatognatica(temporo-mandibolare, occlusione dentale, lingua) o per difetti oculari.
- Piede misto: si comporta in alcuni casi come componente causativa ed in altri casi come componente adattativa;
- Piede a doppia componente: si tratta di un piede che in statica non mostra particolari alterazioni, ma in dinamica è sempre disfunzionale.
In condizione neutra il piede si presenta con l’ articolazione sottoastragalica in una certa posizione: qualsiasi allontanamento del piede dalla posizione neutra crea una situazione disfunzionale.
Piede e Sindrome Glosso-Posturale
Considerando la funzione stomatognatica(ATM), è comune notare come soggetti con deglutizione atipica si presentino normalmente una classe dentaria di III° tipo (o in alcuni casi di II° tipo).
Il motivo va ricercato nello scorretto meccanismo deglutitorio: la lingua, anziché posizionarsi con la punta in prossimità del cosiddetto “spot linguale”, cioè il punto compreso tra la parete linguale degli incisivi superiori e la prima ruga palatina, durante la deglutizione effettua una spinta verso i denti, o in direzione superiore o inferiore. Nel bambino con l’ apparato stomatognatico in via di sviluppo, questa spinta anomala provocherà facilmente la comparsa di un morso aperto.
Altra caratteristica propria della sindrome glosso posturale è la respirazione orale: l’azione vicariante che devono esercitare le labbra e le guance per spingere il cibo verso la gola provoca, con le 2000 deglutizioni quotidiane, una costante pressione verso l’alto del palato, ed un conseguente restringimento delle cavità nasali. Per introdurre la necessaria quantità di aria, l’organismo adotta quindi questo meccanismo di compenso.
La lingua svolge un’importante “funzione ponte” fra le catene miofasciali anteriore e posteriore. Quando la pulsione anteriore dei muscoli linguali prevale sulla spinta verso il palato, si crei uno squilibrio a favore della catena statica anteriore. Effettivamente, viene individuata nella iperprogrammazione della cosiddetta “catena linguale” (o retta-anteriore) la causa delle deviazioni posturali tipiche della stazione eretta dei pazienti affetti da S.G.P.
Queste deviazioni possono essere riassunte nei seguenti punti:
- Scapulum anteriore ( generalmente associato ad una II° classe dentaria);
- Curve fisiologiche accentuate (iperlordosi, ipercifosi);
- Addome prominente;
- Antiversione del bacino;
- Valgismo delle ginocchia e dei piedi (possibile piede piatto);
Il piede risente sempre delle disfunzioni della deglutizione. La catena muscolare anteromediana (catena linguale) correla direttamente la lingua all’ alluce, ma ogni catena muscolare ha origine o fine nel piede e lo collega con la funzionalità mandibolare, che a sua volta dipende essenzialmente dalla postura e dalla funzione linguale.
Voce e postura
La voce è un segnale acustico, caratterizzato da una frequenza e dai suoi multipli interi, variamente amplificati e smorzati ad opera delle cavità di risonanza. I disordini della voce sono causati da un disturbo o da una perdita della normale funzione.
La mandibola è la struttura cruciale per l’emissione vocale: ad essa, infatti, fanno capo i muscoli costituenti il pavimento della bocca, ai quali è appeso in parte l’osso ioide (di conseguenza l’intera scatola laringea). Il rapporto anatomo-funzionale tra la laringe, occlusione e postura diventa chiaro.
L’osso ioide è a sua volta fortemente condizionabile dalla lingua, dall’articolazione temporo-mandibolare e dalla colonna cervicale. Vanno considerate, quindi, le connessioni muscolo-tendinee e legamentose che queste strutture hanno con l’osso ioide, e l’osso ioide con la laringe.
E’ noto che la rigidità mandibolare, ossia una ridotta escursione della mandibola durante l’articolazione del linguaggio, può provocare innalzamento della laringe, con deficit di occlusione glottica e perdita di efficienza fonatoria, nonché un incremento della lordosi cervicale. La malocclusione può creare un’asimmetria nel corretto equilibrio posturale della laringe e nei suoi rapporti con i distretti vicini (muscoli faringei, osso ioide, base della lingua) provocando una asimmetrica tensione muscolare durante l’attività fonatoria. Un alterazione temporo mandibolare può cambiare i parametri della voce (altezza, timbro, intensità, ritmo) qualitativamente o quantitativamente.
In questo contesto di equilibri appare chiaro come la postura adeguata è importante per la fonazione.
Inoltre, tutte le catene muscolari del corpo arrivano al diaframma, muscolo respiratorio per eccellenza. Il nervo frenico è il luogo d’incontro dove esse sono interconnesse.
L’intervento posturale e osteopatico mira al ripristino dei principi occlusali (riabilitazione temporo-mandibolare), alla riprogrammazione posturale globale, ginnastica propriocettiva, al controllo dei movimenti del diaframma e, di conseguenza, del flusso di aria e delle vibrazioni delle corde vocali, mantenendo tonica la muscolatura addominale. Questa visione olistica risulta maggiormente efficace al raggiungimento dell’eufonia, intesa come la miglior voce possibile, naturale, in assenza di fatica, senza sforzo o contrazioni muscolari.
Dott.ssa Cristina Cattazzo